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GERUSALEMME LIBERATA

CANTO V

 

 

 

Goffredo dispone che i cavalieri di ventura eleggano un capo in sostituzione di Dudone. Eustazio  chiede a Rinaldo di diventarne il capo della spedizione, sperando che questi avrebbe rifiutato di accompagnare Armida perché è poco glorioso conquistare Damasco di notte e con l'inganno, anziché in battaglia. Ma Rinaldo non rifiuta e non accetta. Gernando e Rinaldo sono i possibili successori. Gernando è venuto meno all’impegno della guerra poiché si è lasciato coinvolgere dall’amore, successivamente calunnia Rinaldo e perciò viene ucciso.

 Davanti a Goffredo si apre una sorta di processo contro Rinaldo, che viene accusato da Arnalto e difeso da Tancredi.

 

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onde per tal cagion discordie e risse
germoglieran fra quella parte e questa.
Rammentò i merti de l'estinto, e disse
tutto ciò ch'o pietate o sdegno desta.
Ma s'oppose Tancredi e contradisse,
e la causa del reo dipinse onesta.
Goffredo ascolta, e in rigida sembianza
porge piú di timor che di speranza.

 

Guelfo, difensore di Rinaldo, discute con Goffredo e cerca di dissuaderlo poichè pensa che Rinaldo sia colpevole. Dopo aver parlato con Tancredi e Guelfo, si allontana dal campo. Intanto Armida cerca di ammaliare altri cristiani, facendoli innamorare e spingendoli a seguirla. Tra di loro, cerca di sedurre, ma senza riuscirvi, anche Goffredo.

 

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In van cerca invaghirlo, e con mortali                    
dolcezze attrarlo a l'amorosa vita,
ché qual saturo augel, che non si cali
ove il cibo mostrando altri l'invita,
tal ei sazio del mondo i piacer frali
sprezza, e se 'n poggia al Ciel per via romita,
e quante insidie al suo bel volo tende
l'infido amor, tutte fallaci rende.

 

Nel giorno stabilito Armida si presenta a Goffredo per ricevere il promesso aiuto. La maga ha stregato col suo fascino tutti i paladini cristiani.

 

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E in tal modo comparte i detti sui
e 'l guardo lusinghiero e 'l dolce riso,
ch'alcun non è che non invidii altrui,
né il timor de la speme è in lor diviso.
La folle turba de gli amanti, a cui
stimolo è l'arte d'un fallace viso,
senza fren corre, e non li tien vergogna,
e loro indarno il capitan rampogna

 

Il Capitano scrive i nomi dei cavalieri e li pone in un'urna da cui estrae i dieci "fortunati" che partiranno con lei. I cavalieri sono: Artemidoro conte di Pembrozia, Gherardo, Vincilao, Guasco, Ridolfo, Olderico, Guglielmo Ronciglione, il bavaro Eberardo, il franco Enrico e infine Rambaldo, che poi per amore rinnegherà la fede in Cristo. I prescelti sono felici, mentre gli altri sono invidiosi e accusano la fortuna di essere stata ingiusta. Altri ancora, come Eustazio, seguono Armida lo stesso. Mentre pensa ai danni che i cavalieri potranno ricevere da questa avventura, a Goffredo si presenta un messaggero che annuncia l'arrivo dell'armata del re d'Egitto.

 

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