Torquato Tasso
GERUSALEMME LIBERATA
CANTO XI
Goffredo sta preparando l’esercito per l’assalto a Gerusalemme, quando lo raggiunge Piero l’Eremita che gli consiglia di organizzare una processione per ingraziarsi la benevolenza del cielo; essa si dirigerà , il giorno seguente, verso il monte Oliveto, tra preghiere e canti.
OTTAVA 2
Sia dal Cielo il principio; invoca inanti
ne le preghiere pubbliche e devote
la milizia de gli angioli e de’ santi,
che ne impetri vittoria ella che puote.
Preceda il clero in sacre vesti, e canti
con pietosa armonia supplici note;
e da voi, duci gloriosi e magni,
pietate il vulgo apprenda e n’accompagni.
I Pagani osservano la processione incuriositi, ma non appena la sensazione di novità si riduce, cominciano a gridare bestemmie e improperi. I Cristiani erigono un altare per la messa, e fissano l’assalto per il giorno dopo all’alba. Le mura di Gerusalemme sono ben difese, eccezion fatta per un punto, da cui parte l’assalto.
OTTAVA 19
Ancor dubbia l’aurora ed immaturo
ne l’oriente il parto era del giorno,
né i terreni fendea l’aratro duro,
né fea il pastore a i prati anco ritorno;
stava tra i rami ogni augellin securo,
e in selva non s’udia latrato o corno,
quando a cantar la mattutina tromba
comincia: "A l’arme! A l’arme!" il ciel rimbomba.
Giungono Clorinda, Argante e Solimano. Dato il segnale di battaglia, Alcasto attacca le mura esattamente dove si trovano Argante e Clorinda, la quale uccide con i suoi dardi sette illustri cristiani, di cui sono descritti i tratti peculiari nel canto. Goffredo, intanto, attacca in un altro punto, ma viene colpito ad una gamba da una freccia di Clorinda. L’attacco è respinto, cadono alcuni cristiani per mano di Argante e Solimano che escono all’improvviso dalle mura, trovando la strenua opposizione di Tancredi, ormai disperato. Intanto Erotimo tenta di curare la ferita di Goffredo, che viene guarito da un angelo e torna in battaglia ferendo Argante che lo aveva provocato poco prima.
OTTAVA 81
maggior virtú ti salva: un angiol, credo,
medico per te fatto, è sceso in terra,
ché di celeste mano i segni vedo:
prendi l’arme; che tardi? e riedi in guerra."
Avido di battaglia il pio Goffredo
già ne l’ostro le gambe avolge e serra,
e l’asta crolla smisurata, e imbraccia
il già deposto scudo e l’elmo allaccia.
Cala la notte, e un’alta torre che i cristiani stavano ritraendo, cade e perde due ruote. Goffredo dà l’ordine di aggiustarla entro il giorno dopo.